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Recensioni
Gamba Umberto è soprattutto l'artista della linea. La parte grafica della sua opera è parte insopprimibile e chiave di volta della sua poetica e, in senso più ampio, della sua visione del mondo e dell'uomo. La forma, in Gamba, è già tutta condensata e preconizzata nella linea, ma in modo nuovo e realmente contestatore. Se nell'arte d'oggi la linea è decisione, « taglio » cioè dello spazio, fino alla bestemmia o all'urlo, fino alla provocazione o alla violenza che vuole imporre allo spazio e, inscindibilmente, al tempo la presunzione del dire comunque, del pronunciare e denunciare nonostante tutto e al di là di tutto; ebbene in Gamba la linea sfugge a questo suo abisso ed a questa sua solo apparente scelta, a questo suo sfociare in presunzione illuministica e superomistica. In Gamba la linea non accenna soltanto, ma compie; è linea che prima di interrogare accarezza la forma, nella certezza mai presuntuosa di contenerne il segreto e la pregnanza; è la linea che dialoga collo spazio e col tempo per sentire oltre che per porre, per lasciar dire oltre che per determinare. In questo senso, quasi per fisiologia poetica ed antropica, la linea di Gamba, il suo disegno sa parlare dei sogni e delle rappresentazioni, dei paesaggi e dei visi; sa parlare e raccontare proprio perché sa abbracciare e sa comprendere in una conoscenza intuitiva, ma radicata nel ricordo e nelle fatiche delle generazioni. Gamba, se vuole e il tema lo richiede, sa dettare l'epica o suggerire l'elegia, la contemplazione fantastica, il volo fanciullesco, l'indicazione lirica, il soffermarsi stupito, l'attesa di cose e di sensi nel significato. Allora la linea di Gamba è linea ed è disegno naturalmente religioso, come è religioso tutto ciò che conosce la semplicità, che alla semplicità arriva non come a cosa scontata o gratuita, ma come a cosa doverosa, innata e riscoperta in una analisi fatta di pazienza e di sapienza, di abbandono e di ritrovamento. Religioso e semplice si ritrovano nella miniatura, se per miniatura si intende il colore proprio della linea che collega, che unisce, che non si perde in un parti-colare o m un frammento smarriti nel non senso. Il contenuto religioso è allora annuncio del mistero, frase che convince. La tecnica non è, qui, ne esibizionismo o narcisismo di mestiere, ne strumentale gioco di rinvii o di simbolismi esoterici; la tecnica in Gamba è naturale espressione del contenuto, dovere di costruzione e di richiamo, sapienza di movimento della materia, sia essa l'ottone o l'acciaio, la carta od il legno: la materia non è solo supporto o prova della tecnica, è comunione con essa, discorso che si rincorre e si rinviene. La verità dei temi appartiene alla semplicità vera, quella che Gamba conosce e sa dire! Anche la tela ed il pennello sono linea. Non che negli olii di Gamba la specificità del tratto sia soffocata da una «mano» univoca; anzi stupisce, a prima vista, il salto stilistico del gesto grafico rispetto a quello più dichiaratamente ed esplicitamente pittorico. Ma, per chi ben guarda, il dato d'ispirazione è il medesimo; il tono del tratto, il suo carattere, la sua dimensione di semplicità e religiosità sono i medesimi, dicono della stessa poesia e della stessa invenzione: solo cambia l'esigenza della lettera e della scrittura. Al pennino attento della china si sostituisce la prodigalità della setola; al nero che indice la pagina, il colore che occupa l'occhio e l'emozione. Ma il racconto permane quello dello stupore, del ritrovamento assoluto ed assorto. Anche sulla tela la religiosità si dice e si annuncia. Ne altro poteva essere!!!
Prof. Gigi Cortesi